Riparte la stagione del feeder! Forse…
Perché forse? Perché nell’anno 2019 pare che il vento sia una costante ed a feeder se c’è troppo vento non si pesca o si pesca male! Detto questo, dopo alcune battute andate a cappotto finalmente in questa battuta nonostante il vento insistente da sud sono riuscito a tirare fuori qualcosa.
Prepariamoci
La pesca a feeder, come tutte le tecniche necessita di un minimo di preparazione, con particolare attenzione alle condizioni meteo, per cercare di capire se sono adatte. Non sto andando a pescare a fondo… serve mare in scaduta avanzata o se non è così (condizione ideale) almeno calmo o con vento leggero. Fatto questo passaggio, che normalmente faccio per ogni tecnica che vado a praticare (ci mancherebbe!), bisogna: comprare i bigattini in buona quantità (attualmente l’esca principale, più avanti vedrò di variare nonché pastura), preparare qualche terminale con ami e fluorocarbon adeguati, sistemare la borsa con minuterie (pasturatori ed accessori vari), non dimenticarsi una fionda per pasturare, non dimenticare un po’ di pastura da aggiungere ai bigattini per asciugarli. La preparazione come ci tengo sempre a precisare è importante, immaginate di dimenticare lo slamatore o la lampada frontale, pescata rovinata!
Pronti? via!
Se il meteo permette, ci siamo preparati ed abbiamo tempo a sufficienza, si può andare a passare qualche ora di puro godimento! Questa tecnica da quando ho iniziato a praticarla mi sta regalando notevoli soddisfazioni, come potrete vedere nel video che ho preparato per raccontarvi questa pescata e negli altri sul mio canale che provvederò a linkare alla fine dell’articolo, quando i pesci entrano in pastura non c’è un attimo di riposo, le catture si ripetono senza tregua e non mancano i bestioni. La scelta dello spot riveste una grande importanza, quindi prima di preparare il tutto immagino dove andrò a pesca. Questo è importante perché dovrò impostare in maniera differente la pescata in base a distanza di lancio, presenza di ostacoli, e prede da insidiare. Molte volte ad esempio mi reco in spot dove ci sono belle occhiate, se mi accorgo della loro presenza predispongo all’occasione dei terminali leggermente flotterati, vi assicuro che funzionano alla grande!
Si prende qualcosa!
Nonostante il meteo che diceva calma, ho trovato vento da sud e va be! la pescata ormai va affrontata non ci si può tirare indietro, anche perché il vento calerà! forse! Infatti dopo aver pescato inizialmente con vento abbastanza teso, che rendeva difficile lanciare e stare in pesca correttamente, finalmente in serata diminuisce, e con il calare del sole e del vento arrivano le prime abboccate, e che abboccate! Dall’altra parte della lenza ci sta qualcuno che quando tira la prima botta lo fa con veemenza! Individuo subito il cliente, si tratta dei pagri. Parte la prima canna, ferro a dovere e sento un bel peso, è lui non c’è dubbio. I pagri hanno questa caratteristica almeno in questo spot, mangiano un’ora prima del tramonto, poi rallentano o si fermano. Bisogna essere veloci ed avere sempre una canna in mare, ecco perché pesco con due canne, oltre che per avere due distanze e più mare coperto. Spiaggio il primo pagro, la misura non è eccezionale ma è buona per questa tecnica, il pesce lo senti a dovere e si impunta a riva, divertimento assicurato! Questa prima pescata vedrà la cattura in totale di tre pagri, molto divertenti e combattivi, che fanno letteralmente partire le canne (lo vedremo nei prossimi video e report!).
Consigli finali
Questa pescata a feeder ha visto come unica specie la presenza dei pagri, successivamente in altre due pescate che documenterò prossimamente avrò ancora loro in canna in ottime quantità. Ma questo non significa avere la certezza che sia l’unico pesce che si andrà ad affrontare, ci stiamo avviando verso la primavera le giornate sono già belle calde quando c’è sole, questo significa solo una cosa…ORATE! Oltre alla regina indiscussa di questa tecnica ci potrebbe capitare il pagro gigante o l’occhiatona o il sarago cazz… pizzuto! Quindi, viste le poderose mascelle ed apparati boccali di questi pesci, quando slamate controllate sempre il filo e se notate anche la minima abrasione tagliate e riannodate o se non è possibile sostituite l’intero terminale, che io faccio di solito da circa 2 metri in fluorocarbon. Ci potremmo amaramente pentire di non averlo fatto!
Vi risparmio altre considerazioni e consigli che vi scriverò nei prossimi capitoli dedicati a questa stupenda tecnica, con un post specifico sulla preparazione della borsa con gli attrezzi ed il video tutorial, se non praticate questa tecnica vi consiglio vivamente di intraprenderla, vi stupirà! Detto questo vi lascio i link al video ed ai miei social, alla prossima!
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