Aguglie assatanate a light spinning
report di una battuta di pesca molto particolare!
Spesso accade di organizzare una battuta di pesca in un modo, per poi ritrovarsi a pescare in tutt’altro modo. Non parlo di cambiare tecnica, ma di adattarsi, un tema a me molto caro, mentre stiamo già pescando con una determinata tecnica. Proprio questa battuta, che volevamo dedicare allo spinning medio, si trasforma senza volerlo in una specie di “challenge” a chi di noi riusciva a catturare per primo una delle aguglie assatanate a light spinning, ci siamo riusciti? Io no Ma Gigi e Luca si!
Adattarsi, cambiare per riuscire
Come dicevo prima quello di sapersi adattare, in parecchie delle cose che faccio, ma nella pesca diventa uno stile, è per me una cosa importantissima. In questa battuta di pesca, come vedremo dal video, eravamo partiti per insidiare i classici predatori da spinning medio costiero, ma non trovandone abbiamo adattato esche ed attrezzi alla ricerca di quello che si presentava sotto i nostri occhi. Branchi giganteschi di aguglie assatanate, che attaccavano in continuazione le esche, purché della taglia, o moto simile, al pesce foraggio (per loro) presente in zona. Cosi, un veloce cambio in corsa, avevo gli attrezzi da light nel cofano mentre Gigi e Luca erano già pronti, e si inizia a rompere le scatole alle aguglie.
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Cosa ci ha convinto?
Come già detto in precedenza eravamo andati in quello spot per ricercare tutt’altro, ma la mancanza di quello che avremmo voluto ha permesso di adattarsi. Cosa ci ha convinto? parecchi lanci oltre i branchi di aguglie non davano nessun esito, riducendo man mano la consistenza delle esche vedevamo decine di aguglie seguirle fino a sotto i piedi, quindi ci siamo chiesti, perché non proviamo a prendere loro? E così abbiamo fatto.
Molto agguerrite, molto difficili!
Avevo preso in passato le aguglie a spinning, ma erano catture del tutto casuali, in questa battuta di pesca le aguglie erano davvero assatanate, non facevi in tempo a lanciare dove si manifestava la loro presenza per ricevere decine di attacchi. Agguerrite, ma davvero difficili da catturare. La difficoltà principale stava nel trovare delle esche che riuscissero a “mordere”.
Cosa abbiamo fatto
Per convincerle, provando e riprovando decine di micro jig, micro jerk e micro gomme, siamo stati costretti a trovare soluzioni differenti da quelle classiche della pesca in mare, in particolare Gigi, che cattura la prima aguglia, modifica un micro jig inserendo un dress sia sull’ancoretta che sull’assit, quindi finalmente riesce ad agganciarne una, mentre Luca monta un DROP-SHOT agganciandoci un micro jerk. Risultato? centinaia di attacchi e finalmente due catture, luca ne catturerà due in totale, mentre io ricevo centinaia di attacchi ma non riesco a portarne nessuna a riva.
Cosa ho imparato
Eravamo a caccia di predatori grossi, alla fine abbiamo preso (hanno) preso i predatori piccoli. Potrebbe sembrare un ripiego per non cappottare, si anche! Ma è stato soprattutto un modo per testare le nostre capacità di entrare in un “mood” diverso di “leggere” il momento e quindi adattarsi. Se al posto delle piccole aguglie ci fosse stato un branco di predatori di taglia che non riuscivamo a convincere ad attaccare le nostre esche (capita spesso!!!) avremmo dovuto capire, ed in fretta, come convincerli. Questo ho imparato e ringrazio i miei due amici di pesca, che con naturalezza e passione mi hanno dimostrato ancora un volta che non si finisce mai di imparare.
In conclusione
“nessuno nasce imparato” recita un nostro detto, ed è così, per imaprare devi studiare e carpire da chi le cose le sa, una lezione fondamentale. Lo spirito di adattamento, l’umiltà di sapere di non sapere, ci renderanno facilmente inclini ad apprendere nuove capacità, ci renderanno più immuni ai cappotti, ed infine ci regaleranno ottime amicizie da coltivare negli anni. Bene, a voi il video, buona visione e mi raccomando iscrivetevi al canale cliccate mi piace e date anche uno sguardo ai miei social che vi linko qua sotto, alla prossima!
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